martedì 23 febbraio 2010

Il Comune di Torino per i lavoratori Agile

Il Consiglio comunale di Torino ha approvato lo scorso 22 febbraio all’unanimità (37 voti favorevoli su 37 consiglieri presenti) una mozione per sostenere i lavoratori Agile/Omega che lavorano per conto di Fastweb.
La Città di Torino, attualmente, per la gestione dei servizi di manutenzione del sistema Fonia Dati ha un contratto con l'azienda Fastweb (rinnovato da poco, scadrà nel 2014). Quest’ultima ha affidato totalmente in subappalto la gestione del servizio ad Agile.
Il documento approvato dal Consiglio (primo firmatario: Enzo Lavolta) impegna il Sindaco e la Giunta comunale a compiere qualunque azione utile a garantire il mantenimento dei livelli qualitativi del servizio di manutenzione delle apparecchiature di rete, dati e fonia del Comune di Torino, attraverso l'impiego delle medesime risorse umane di cui si è avvalsa sinora Fastweb.
Manifestazione lavoratori Agile Eutelia Già il 9 novembre del 2009, la Sala Rossa ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per promuovere un tavolo di crisi al fine di assicurare ai lavoratori della società Agile - ex Eutelia il pagamento degli stipendi arretrati e garantire loro un futuro lavorativo.

martedì 16 febbraio 2010

Gli enti locali a muso duro contro la Rai

Repubblica — 16 febbraio 2010 pagina 11 sezione: TORINO

«PRONTI a chiudere i rubinetti se la Rai non fornisce rassicurazioni sul futuro delle attività torinesi». Questa volta il messaggio arriva dagli amministratori locali, scesi al fianco dei parlamentari piemontesi per salvaguardare il centro di produzione di via Verdi, il centro ricerche di corso Giambone, l' orchestra e gli uffici di via Cernaia. Ieri i senatori e i deputati eletti in Piemonte hanno siglato un accordo bipartisan in cui si impegnano nel rilancio della Rai a Torino, la cui presenza, si legge nel documento, «rischia di essere sempre più debole e sempre meno incisiva». Alla base dei timori c' è la decisione di spostare da Raitre ai canali tematici programmi come Trebisonda e Melevisione, produzioni di punta del centro torinese. Un trasferimento che, sostengono i sindacati, comporterebbe una drastica riduzione delle risorse a disposizione e perciò metterebbe a rischio circa cento posti di lavoro. A sottoscrivere il documento sono stati i democratici Giorgio Merlo e Stefano Esposito (promotori dell' iniziativa e autori di un' interrogazione rivolta al direttore di Raitre Antonio Di Bella), i parlamentari Mimmo Lucà (Pd) e Osvaldo Napoli (Pdl) ma anche il presidente della commissione lavoro del Comune, Enzo Lavolta, il presidente della Provincia Antonio Saitta, e l' assessore regionale all' Industria, Andrea Bairati. Gli ultimi due hanno usato parole esplicite nei confronti di viale Mazzini: «La Regione - ha detto Bairati - ha fatto investimenti nel polo d' innovazione legato al multimedia, che coinvolge anche il centro ricerche della tivù di stato. Quindi vorremmo maggiore chiarezza sul suo futuro. Se ci fosse la disponibilità di tutti si potrebbe pensare anche a stanziare risorse per il rilancio, però serve l' impegno dell' azienda». Concetto ribadito dallo stesso Saitta: «Siamo disposti a mettere in campo delle azioni per aumentare la presenza Rai nel capoluogo, ma abbiamo bisogno di certezze». - (ste. p.)

DOCUMENTO SOTTOSCRITTO DA PD E PDL PIEMONTESI Un patto bipartisan dei parlamentari ''Mamma Rai non toccare la tv dei bimbi''

«Salvare la Rai di Torino» e' la mission che, da oltre un decennio, i parlamentari piemontesi si danno ciclicamente cercando di contrastare le continue spoliazioni di attivita' in favore dei centri di Roma e di Milano, e di esternizzazioni. L'ultima minaccia e' il trasferimento su satellite delle produzioni per l'infanzia e i ragazzi, «un patrimonio culturale e lavorativo» della sede tv di via Verdi e che il centro di produzione non puo' perdere, pena la sua stessa sopravvivenza visto che e' l'ultimo filone rimastogli (con i programmi giornalistici). Si presenta bipartisan la task force di politici (gli onorevoli Stefano Esposito, Giorgio Merlo, Mimmo Luca' del Pd e Osvaldo Napoli del Pdl) e di amministratori locali (Antonio Saitta della Provincia, Andrea Bairati e Paola Pozzi della Regione, ENZO LAVOLTA e Giulio Cesare Rattazzi del Comune) che ha sottoscritto l'interrogazione alla Commissione di vigilanza per avere l'audizione del direttore di Raitre, Antonio Di Bella, in quanto responsabile della produzione dei programmi per i ragazzi. E' un settore fondamentale - hanno detto - per una buona formazione pedagogica dei bimbi». Rai Torino, nel suo insieme, ha perso dal 45 al 60 percento del personale: in via Verdi (radio-tv) sono rimasti 350 dipendenti, in via Cernaia (amministrazione, finanza, abbonamenti) 400 (e 200 collaboratori); per l'Orchestra Sinfonica Nazionale 130; in corso Giambone (centro ricerche) 60. Lavoratori e sindacati inoltre, non hanno piu' informazioni sulla palazzina che dovrebbe sorgere in corso Giambone (al posto del palazzo di via Cernaia): chiedono un piano sul futuro delle sedi e delle attivita'.
Preoccupati i sindacalisti di base della Rai di Torino, hanno assistito alla conferenza stampa in silenzio, poi alcuni hanno commentato amaramente: «E' bene che le forze politiche si presentino unite - ha affermato Eros Temponi, delle Rsu di via Cernaia -, speriamo, perche' promesse ne abbiamo gia' sentite». «E' necessario attivarsi per difendere le residue trasmissioni prodotte a Torino - ha osservato Marco Berti, delle Rsu -, ma tutte le attivita' della Rai vanno sostenute: dal centro ricerche a quello amministrativo e finanziario: oltre i posti di lavoro c'e' un'economia da salvaguardare sul territorio, specie di fronte alla crisi che incide pesantemente sull'industria».

martedì 9 febbraio 2010

Il Pd propone un patto trasversale per salvare il centro produzioni Rai

Repubblica — 09 febbraio 2010 pagina 4 sezione: TORINO

UN PATTO trasversale per salvare la Rai di Torino, da far sottoscrivere lunedì prossimo ai parlamentari piemontesi di tutti i partiti e agli amministratori locali. La proposta arriva dal Pd e a sostenerla sono i deputati Giorgio Merlo e Stefano Esposito, messi in allarme dall' intenzione della tivù di stato di mandare "in esilio" sul satellite alcuni programmi per ragazzi che oggi sono trasmessi da Raitre e che costituiscono il fiore all' occhiello del centro produzione di via Verdi. Spiega Merlo: «Sappiamo che da anni è in atto un disimpegno costante e inarrestabile della Rai da Torino. Nell' ultimo ventennio il personale della produzione è passato da 900 a 500 dipendenti, quello degli uffici amministrativi di via Cernaia da 1.200 a 500 e quello del centro ricerche di corso Giambone da 140 a 70. Il tutto senza una crisi aziendale da affrontare, ma semplicemente per uno spostamento progressivo delle attività a Roma» . Ora il timore è che alcune risorse vengano trasferite nella sede che viale Mazzini creerà a Rho in occasione dell' Expo milanese: «Sappiamo - dice Esposito - che buona parte degli investimenti futuri dell' azienda saranno catalizzati lì. Rischiamo di perdere le eccellenze e il know how maturato a Torino in tutti questi anni» . Preoccupazioni anche per l' orchestra, in odore di tagli, e per il centro ricerche, che, denuncia Enzo Lavolta, presidente della commissione lavoro in Comune, corre il rischio di essere esternalizzato. E' dei giorni scorsi, infine, la decisione della Rai di mandare su satellite due produzioni torinesi: Melevisionee di Trebisonda, i programmi per ragazzi che vengono realizzati dal Centro di produzione Rai di Torino. A partire dall' autunno prossimo scompariranno da Raitre per traslocare sul satellite. Per i sindacati si tratta di un altro campanello d' allarme: si temono riduzioni sia di budget che di personale: alle due trasmissioni lavorano oltre cinquanta dipendenti più un indotto di attori, tecnici e manovali. La decisione è il frutto di una nuova strategia aziendale. Entro la fine del 2010 tutta Italia avrà il digitale terrestre, quindi servirà maggiore impegno per i canali tematici. Viale Mazzini si riorganizzerà distribuendo le attività così: lo sport al centro di produzione di Milano, la cultura a Napoli, la tivù dei ragazzi a Torino. Quindi all' ombra della mole Mole sbarcheranno due interi canali, RaiGulp e Raisat Yoyo. Una buona notizia per il capoluogo piemontese, un probabile boomerang secondo i sindacati. © RIPRODUZIONE RISERVATA - (ste.p.)

venerdì 5 febbraio 2010

Gruppo Voicity, accordo sulla cassaintegrazione

E’ stato raggiunto il 2 febbraio un accordo tra la Omnia Service Center gruppo Voicity e le organizzazioni sindacali per concedere la cassa integrazione in deroga di 87 dipendenti, tra Torino e Settimo, dell’azienda. Un impegno della durata di quattro mesi a decorrere dal 3 febbraio, con l’intenzione di rinnovarlo fino al 31 dicembre 2010.
Lo si è appreso durante i lavori della Commissione consiliare Lavoro dello scorso 4 febbraio, che ha ascoltato i rappresentanti sindacali del gruppo per comprendere la situazione di difficoltà dell’azienda.
Operatore nel settore dei call center, il gruppo versa in una grave situazione finanziaria: ammontano a circa 100 milioni i debiti, di cui 50 verso l’Inps, 35 verso i creditori e circa 15 verso i circa 300 dipendenti del torinese (uffici di Torino e Settimo). A questi ultimi non sono ancora stati pagati lo stipendio di dicembre 2009 e la tredicesima, e risultano non versate da due anni le quote sui fondi pensionistici scelti dai dipendenti, nonostante siano stati prelevati dalla busta paga.
Il presidente della Commissione Lavoro Enzo Lavolta ha auspicato il continuo monitoraggio sulla vicenda da parte degli Enti locali (Comune e Provincia di Torino e Regione Piemonte) per comprendere - ha detto - quanto è ancora salvabile del gruppo.