venerdì 3 dicembre 2010

Csi Piemonte: la crisi del settore informatico arriva in Comune

Il vicesindaco Tom Dealessandri ed Enzo Lavolta, presidente della commissione lavoro, hanno ricevuto una folta delegazione di rappresentanze sindacali unitarie del Consorzio Sistema Informativo Piemonte (Csi) e di aziende del settore informatico fornitrici del Csi, come la I zone.
Il Csi è un consorzio con partecipazione del Comune e della Regione Piemonte, che sono anche importanti clienti del consorzio stesso.
I sindacalisti sollecitavano chiarimenti in ordine alle voci di “ridisegno e razionalizzazione” aziendale, hanno detto, e rassicurazioni relative alla tendenza in atto da tempo: perdita di fatturato e di posti di lavoro.
Il fenomeno, è stato detto, vede una riduzione del fatturato e degli occupati, anche a causa dei tagli di commesse alle aziende fornitrici di servizi.
Nell’incontro, avvenuto a 24 ore dallo sciopero e dalla manifestazione del Csi nelle vie del centro, sono state discusse le strategie per invertire la tendenza in atto che, secondo Dealessandri, poterebbe portare alla perdita, nel prossimo anno, di un altro centinaio di posti dopo i circa 150 già persi dall’inizio della crisi.
Secondo Dealessandri occorre muoversi per creare cluster di aziende, ossia concentrazioni su base geografica di aziende che operano in modo interdipendente in settori in cui, per competenze tecnologiche o commerciali, sono complementari. I vantaggi sarebbero la possibilità di ottimizzare gli investimenti nello sviluppo dei prodotti, nella ricerca , nell’esplorazione di nuovi mercati.
Esiste infatti il pericolo concreto di vedere entrare sul territorio piemontese colossi dell’informatica in grado di abbattere i costi e togliere mercato anche ad una azienda delle dimensioni di Csi.
Alle domande sull’esistenza di un piano di rientro del debito di 50 milioni di euro accumulato dal Comune nei confronti di Csi, Dealessandri ha spiegato che l’Amministrazione sta rimodulando le sue richieste di servizi commisurandole alle possibilità del proprio bilancio per non aumentare il debito e che il rientro sarà comunque molto graduale.

lunedì 15 novembre 2010

STRADA DELLE CACCE E CASTELLO DI MIRAFIORI, TRASFORMAZIONI E VALORIZZAZIONE DELLE AREE, SALVAGUARDANDO L'OCCUPAZIONE

Trasformazioni in vista per gli immobili e le aree di strada delle Cacce e strada Castello di Mirafiori.

Il Consiglio comunale ha infatti approvato oggi, con 29 voti favorevoli e 4 consiglieri contrari, la variante al Piano Regolatore n. 176, che prevede interventi di riqualificazione nell’area sud di Torino.

Il provvedimento riguarda due immobili adiacenti, uno di proprietà privata con accesso da strada delle Cacce e l'altro di proprietà comunale, sito in strada Castello di Mirafiori.

L'edificio di strada delle Cacce, sede dell'ex stabilimento Tecumseh Europa, è composto da fabbricati a destinazione industriale con annessi uffici e servizi (per una superficie coperta di mq. 21.230 e un'area recintata di mq. 38.880). Il complesso industriale, privo di fabbricati con valenza storica, ormai dismesso dall'attività manifatturiera e in stato di degrado, verrà riconvertito per usi residenziali e commerciali.

La trasformazione consentirà anche una migliore accessibilità al Parco Colonnetti e al complesso storico-architettonico della Bela Rosin, anche tramite la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale pubblico raccordato con il sistema già esistente.

Per razionalizzare e valorizzare il proprio patrimonio immobiliare, in strada Castello di Mirafiori la Città di Torino, in adiacenza all’area di cui sopra, creerà la Zona Urbana di Trasformazione Ambito 16.32 per un totale di mq. 32.260 di superficie (che andrà a integrare il Parco Colonnetti), la cui capacità edificatoria sarà poi realizzata sull’area industriale dismessa. L’intera area, ritenuta non più necessaria per le finalità logistiche e istituzionali, sarà poi cartolarizzata.

Insieme alla delibera, è stata approvata una mozione (primo firmatario: Enzo Lavolta) che impegna Sindaco e Giunta comunale a fare in modo che la società Sviluppo Industriale srl, e quanti insedieranno attività nell’area, a mantenere l’occupazione pre-esistente. Ai lavoratori verranno inoltre messi a disposizione i servizi del Centro Lavoro di via Carlo del Prete.

(M.Q.) - Ufficio stampa Consiglio comunale
Torino, 15 Novembre 2010

lunedì 8 novembre 2010

“NO AL TRASFERIMENTO A MILANO DEI LAVORATORI TECNIMONT”

Con un ordine del giorno approvato all’unanimità (33 i consiglieri presenti), il Consiglio comunale di Torino ha approvato, questo pomeriggio, un ordine del giorno (primo firmatario Enzo Lavolta, Pd) con il quale si chiedono interventi da parte di Regione e Provincia per scongiurare il trasferimento a Milano della sede torinese della Maire Tecnimont.
La Maire Tecnimont Group ha 4500 dipendenti distribuiti in 30 Paesi e si occupa di progettazione e realizzazione di infrastrutture di trasporto, opere di edilizia civile, impianti nel settore petrolchimico e nell’ambito della distribuzione del gas.
A Torino nella sede di corso Ferrucci lavorano 476 dipendenti, tra ingegneri e tecnici che dovrebbero essere trasferiti in una nuova sede a Milano.
Secondo il documento, questo rappresenterebbe un problema di carattere logistico, organizzativo ed economico per i lavoratori oltre che un depauperamento del tessuto produttivo torinese con la dispersione delle competenze operanti in questo settore.

F.D'A. - Ufficio stampa Consiglio comunale
Torino, 8 Novembre 2010

martedì 26 ottobre 2010

QUALI AZIENDE PARTECIPATE DALLA CITTÀ DI TORINO HANNO L’ORGANISMO DI CONTROLLO ED IL CODICE ETICO?

E’ stata depositata oggi dal Consigliere Comunale Enzo Lavolta l’interpellanza che chiede all’Amministrazione di verificare quali aziende partecipate dalla Città di Torino adempiono al D.Lgs. 231 del 2001.

L'adozione di congrui modelli si rende necessaria per scongiurare reati eterogenei, connessi a processi decisionali realizzati in vari ambiti aziendali: dall'aggiudicazione di gare d’appalto; alla contrattazione per la fornitura di beni e servizi; dall'ottenimento di autorizzazioni, licenze, concessioni, finanziamenti alla commissione dei reati penali di natura societaria (violazione di obblighi degli organi ed operazioni sul capitale); dalla irregolare gestione finanziaria alla frode informatica.

Il legislatore, preoccupato del crescente fenomeno della criminalità d'impresa, ha ritenuto di voler coinvolgere direttamente gli operatori economici, sollecitandoli ad una efficace azione di prevenzione all'interno delle proprie realtà aziendali, pena la loro responsabilità diretta ove, a causa della loro negligenza, si sia realizzato un reato. Giudicando positivamente il diffondersi di questa cultura aziendale, ritengo la modalità di fare impresa conforme all'etica e alla trasparenza garante anche nelle nostre aziende partecipate del principio indispensabile della legalità.

Il Codice Etico in particolare è l’altra faccia del bilancio sociale; può definirsi come la “Carta Costituzionale” dell’azienda, utile a definire la responsabilità etico e sociale di ogni partecipante all’organizzazione dell’impresa. Esso è il principale strumento di implementazione dell’etica dell’azienda capace anche di garantire la gestione equa ed efficace delle transazioni col mercato, che sostiene la reputazione dell’impresa stessa in modo da generare fiducia verso l’esterno.

Enzo Lavolta

giovedì 16 settembre 2010

RSU DELLA TECNIMONT IN COMMISSIONE LAVORO

Sono stati ospiti della commissione Lavoro, presieduta da Enzo Lavolta, le Rsu (rappresentanti sindacali) della Tecnimont, sede di Torino.
All’ordine del giorno, la decisione assunta dall’azienda, che si occupa di infrastrutture e di Power (centrali elettriche, teleriscaldamento), di trasferire le 476 persone che attualmente lavorano nella sede torinese.
La Tecnimont, per motivi di integrazione del personale e motivi di produttività, ha deciso di delocalizzare il personale a Milano, esattamente nelle due torri di Porta Garibaldi.
Entro il 30 giugno del 2011 il passaggio dovrà essere concluso, ma si partirà già dal primo gennaio 2011.
Così ha spiegato Francesco Crimeni, a nome, anche, delle altre Rsu presenti.
Il vicesindaco Dealessandri ha comunicato che, insieme agli assessori di Provincia e Regione, ha già avuto un incontro con i vertici Tecnimont, che, però, hanno ribadito la loro decisione.
Ora – ha concluso Dealessandri – avremo un altro incontro, sperando che l’azienda sospenda la decisione.
Sono intervenuti i consiglieri: Ferrante, Cutuli e Stefano Gallo.

(t.dn.) - Ufficio stampa Consiglio comunale
Torino, 16 Settembre 2010

giovedì 9 settembre 2010

IN COMUNE I DIRIGENTI DELLA RAI: ANCHE DA LORO TIMORI PER IL PIANO DI RISANAMENTO DELL’AZIENDA

Timori relativi al piano industriale della Rai sono stati espressi nel corso di un’audizione in commissione lavoro, presidente Enzo Lavolta, dal presidente del sindacato dei dirigenti (Adrai) Stanislao Argenti e dal vicepresidente Valerio Fiorespino.
Accompagnati da alcuni dirigenti della Rai Torinese come Alberto Morello, della sede di via Cernaia, dove si gestisce il flusso degli abbonamenti, Maurizio Braccialarghe, responsabile del Centro di produzione e Giuseppe Biassoni, responsabile dell’ICT (information communication tecnology), i sindacalisti hanno denunciato come, ad oggi, non sia stato loro possibile discutere con i vertici aziendali del piano industriale ed in particolare delle esternalizzazioni che dovrebbe prevedere. La commissione presieduta da Enzo Lavolta si è occupata più volte delle prospettive dell’azienda Rai (115 milioni di euro il disavanzo previsto dai sindacalisti nel 2010). Per la prima volta non sono le maestranze bensì l’alta dirigenza Rai a chiedere alla politica e alle istituzioni torinesi di intervenire partecipando ad un tavolo di lavoro istituzionale per chiarire con i vertici dell’azienda i termini del piano industriale e delle strategie di risanamento che si vogliono perseguire. Argenti ha assicurato che la proposta del tavolo di lavoro, a cui ha invitato il Comune di Torino, è stata avanzata dalla Regione Piemonte.

Ufficio stampa del Consiglio comunale (S.L.(

Torino, 9 Settembre 2010

martedì 31 agosto 2010

ORGANIZZIAMO SUBITO LE PRIMARIE

In questi straordinari giorni di festa, sono state tante le manifestazioni di affetto verso la classe dirigente di un partito che ha dimostrato di ben governare Torino.

E' bene rispondere con un atto di chiarezza e trasparenza come siamo abituati a fare.

Le numerose interviste di questi giorni, i diversi nomi “lanciati” nel mucchio non aiutano a comprendere la nostra visione di Torino, lasciano piuttosto trasparire la rincorsa di alcuni sugli altri.

Si avvii il processo virtuoso delle primarie senza timori. Si misurino democraticamente quanti generosamente si rendono disponibili a concorrere al buon governo della Città.

La priorità assoluta per Torino è la costruzione di un cantiere democratico che sappia capitalizzare quanto di buono si è realizzato e soprattutto definisca ciò che si vuole fare e questo si fa partendo dalle primarie.

Sarà una competizione interessante e sono certo utile ad aprire un dialogo con i soggetti sociali della Città che meritano per il contributo dato fino ad oggi un riconoscimento pieno a partire dalla condivisione di idee.

E' bene che il partito provinciale fissi immediatamente la data delle primarie.

venerdì 16 luglio 2010

Lettera ai Commissari

I lavoratori sfrattati chiedono ospitalità all'azienda concorrente



Omnia potrebbe trasferirsi nella sede di Agile


di Andrea Rossi



Nel vortice della crisi che picchia duro sul tessuto produttivo torinese sta succedendo di tutto. Succede anche che i lavoratori di un’azienda sull’orlo del fallimento possano ospitare i loro colleghi di un’altra ditta - anch’essi vicini al baratro - per provare ad aiutarli a salvare quel che resta delle loro commesse. Succede che ci si possa unire per non morire, accomunati dalla malasorte di essere capitati tra le mani di capitani di sventura, capaci di demolire imprese in salute fino a portarle al dissesto, lasciando i dipendenti senza stipendio, a convivere con lo spettro della disoccupazione.

I lavoratori di Agile-Eutelia e quelli di Omnia-Phonemedia (tutti operatori di call center) da mesi vivono disavventure parallele. Entrambi credevano di essere al sicuro, facevano parte di imprese in salute, ma sono finiti tra le grinfie di chi ha spolpato quel che si poteva e poi si è dileguato. Entrambi stanno cercando di salvare quel che resta delle loro imprese. Entrambi hanno visto alcuni dei loro dirigenti finire in galera: gli ultimi sono stati tre manager di Phonemedia, epilogo della vicenda che ha portato l’ex vicepresidente della Regione Piemonte Roberto Rosso a dimettersi, dopo aver inviato (quand’era ancora soltanto deputato) lettere in cui garantiva l’affidabilità dei vertici della società. Entrambi sono ora nelle mani di commissari straordinari che stanno cercando nuovi acquirenti per scongiurare il fallimento. Entrambi, infine, da molti mesi lavorano gratis pur di non perdere le poche commesse rimaste e cercare di garantirsi un futuro.

Il guaio è che devono schivare un’imboscata dietro l’altra. L’ultima si è abbattuta sui 98 lavoratori torinesi (tutti a tempo indeterminato) di Omnia pochi giorni fa: hanno scoperto che la sede in cui stanno ancora lavorando, a turni di sette, con l’unica commessa (Seta-Asm) che sono riusciti a mantenere, è sotto sfratto esecutivo. Da tempo nessuno paga l’affitto e il proprietario ha deciso di cacciarli. Per loro significa non poter più lavorare, perdere l’ultimo cliente rimasto e probabilmente avviarsi a passo spedito verso il baratro.

Ieri erano in Comune, a raccontare le pieghe del loro dramma alla commissione Lavoro. E lì hanno capito che un piccolo spiraglio è rimasto. Il presidente della commissione Enzo Lavolta (Pd) ha scritto ai commissari delle due aziende - tre per Agile e uno per Omnia - proponendo una soluzione: nella sede torinese di Agile, in corso Svizzera, qualcuno sta ancora lavorando, ma ci sono una ventina di postazioni libere; perché non ospitare i dipendenti di Omnia, che lavorano in sette per turno e perciò occuperebbero neanche la metà dei computer inutilizzati? «Così facendo, visto che nella sede di Agile viene effettuata regolare manutenzione, si potrebbe dare un po’ d’ossigeno ad Omnia, in attesa che il commissario lavori alla ricerca di acquirenti», spiega Lavolta. «Eviteremmo di far naufragare anche l’ultima commessa».

L’iniziativa ha ricevuto il via libera dalle rappresentanze dei lavoratori di entrambe le imprese, della commissione Lavoro del Comune e pure la benedizione vicesindaco Tom Dealessandri. «In questi giorni, in cui è sempre più evidente il legame tra certa politica e il malaffare, bisogna difendere la dignità calpestata dall’arroganza di pochi furbetti attenti solo al profitto illecito», ribadisce Lavolta. La lettera è partita ieri, indirizzata a Roma. Il tempo non è molto, la prassi è a dir poco insolita. Mai i lavoratori di una società sono stati ospitati nella sede di un’altra azienda. Che succeda dipende solo da chi avrà la meglio: la burocrazia o l’esigenza di salvare - almeno per un altro po’ - 98 posti di lavoro.

martedì 22 giugno 2010

UNA CLAUSOLA SOCIALE PER ASSUMERE I LAVORATORI LICENZIATI NEL SETTORE COMMERCIO



Novità per chi dovrà aprire esercizi commerciali a Torino e per i lavoratori licenziati nel settore Commercio.

E’ stata oggi approvata dal Consiglio comunale all’unanimità una mozione (primo firmatario: Enzo Lavolta) che impegna Sindaco e Giunta affinché, quando vengono rilasciate nuove autorizzazioni commerciali, sia prevista una “clausola sociale” che, attraverso una convenzione occupazionale realizzata con le società che dovranno gestire le nuove aperture a Torino, consenta alla Città di dare una risposta concreta al riassorbimento dei lavoratori, con le medesime professionalità, inseriti nelle liste di mobilità del territorio torinese.

Il settore del commercio a Torino, come in molti grandi centri urbani, è infatti in profonda trasformazione. In particolare, la grande distribuzione tende ad aprire piccoli punti vendita nei quartieri, talvolta chiudendo contestualmente supermercati e ipermercati con superfici medio-grandi e licenziandone i dipendenti.

Secondo la mozione votata oggi, inoltre, le società che chiedono nuove autorizzazioni commerciali al Comune di Torino, qualora abbiano in precedenza effettuato licenziamenti sul territorio della Provincia di Torino, oltre agli obblighi e garanzie già previsti per legge, dovranno riassorbire i lavoratori licenziati.

giovedì 10 giugno 2010

RAI: “ENTI LOCALI E SINDACATI PROPOSITIVI NEL RISPETTO DELLE ESIGENZE DELL’AZIENDA”

Audizione questo pomeriggio, durante la riunione della Commissione Lavoro presieduta da Enzo Lavolta, del direttore del Centro di produzione della Rai di Torino, Maurizio Braccialarghe, alla presenza delle organizzazioni sindacali e di diversi lavoratori del Rai.

Braccialarghe ha spiegato come la Rai da un lato sia alla ricerca di una maggiore competitività (il digitale terrestre ha di fatto quadruplicato le reti, passando da tre a tredici), dall’altro persegua l’obiettivo di un equilibrio di bilancio.

Ha evidenziato come, da questo punto di vista, non aiuti l’evasione del canone che ammonta a circa 400 milioni di euro l’anno e la riduzione di raccolta di pubblicità, dovuta alle condizioni generali di crisi ed è in questo contesto che si è avviata la discussione sul nuovo piano industriale della Rai.

E’ stato aperto un cantiere dedicato all’assetto editoriale dell’azienda che prevede equilibrio tra autonomia dei direttori di rete e l’esigenza di sviluppo di nuovi generi televisivi. La Rai, infatti, tende ad organizzarsi per produzioni specifiche (ad esempio Rai Fiction) per poi affidare i prodotti ad ogni singola rete che ne curerà la programmazione.

Il Centro di produzione Rai di Torino dovrebbe dar vita ad un polo specializzato per la Tv dei ragazzi, attraverso i canali tematici Rai Gulp e Rai Yoyo ma, ha aggiunto Braccialarghe “si è creata tensione poiché ancora l’azienda non ha individuato il responsabile per la produzione della tv per ragazzi. Se Torino avrà questo compito, dovrà occuparsi dell’ideazione, della creazione e della produzione in collegamento con le realtà del territorio che possono supportare questa attività (ad esempio Virtual Reality).

Ma vi sono anche altri progetti sui quali Torino potrebbe essere coinvolta: il rapporto con tv transfrontaliere (Francia e Svizzera), una webtv sul sistema musicale torinese, il progetto di portare sotto la Mole le teche sulla radiofonia della Rai.

Per le organizzazioni sindacali, l’operazione sulla tv per l’infanzia è importante ma non sufficiente. Occorre ragionare in termini di struttura complessiva dell’azienda, affrontando il tema dei tagli e delle esternalizzazioni previste, e pensando a nuovi investimenti per l’Orchestra sinfonica.

A tal proposito, Braccialarghe ha sottolineato i costi dell’Orchestra: 10 milioni l’anno più 3 milioni 400 mila euro per l’organizzazione della stagione, a fronte di ricavi per 1 milione e 600 mila euro.

Per questo, ha detto il direttore del Centro di produzione, occorre che le istituzioni, insieme ai sindacati, ricerchino un rapporto formale con l’azienda utile a dimostrare che Torino dispone di elementi sì di sviluppo ma legati alle esigenze di bilancio e di competitività della Rai.

Nel corso della riunione, oltre al presidente della Commissione, Enzo Lavolta, sono intervenuti i consiglieri Gioacchino Cuntrò, Andrea Tronzano e il vice sindaco Tom Dealessandri.

Torino, 10 Giugno 2010

venerdì 4 giugno 2010

Lavoratori Billa (ex Standa) in Commissione Lavoro




Dopo aver chiesto di essere ricevuti lo scorso 28 maggio, il 3 giugno i lavoratori della Billa AeG (ex Standa) di Settimo Torinese sono stati ascoltati in Commissione consiliare Lavoro, presieduta da Enzo Lavolta, alla presenza del vicesindaco Tom Dealessandri.
I 36 lavoratori licenziati dalla sede Billa di Settimo hanno chiesto l’intervento della Commissione affinché il Comune di Torino faccia pressione sull’azienda per farli ri-assumere nel nuovo supermercato che la Billa dovrebbe aprire a settembre in piazza Guala a Torino.
I dipendenti – hanno spiegato i sindacalisti della Filcams Cgil e della UilTucs intervenuti alla riunione – si trovano tuttora in “mobilità”, poiché l’azienda ha deciso di non rinnovare la cassa integrazione in deroga, concessa inizialmente per rinnovare lo stabilimento di Settimo Torinese, chiuso “temporaneamente” per permettere di risolvere problemi strutturali dell’edificio nel febbraio 2009, ma che ora la Billa ha deciso di non riaprire.
I lavoratori chiedono quindi di poter essere assunti nei nuovi punti vendita che verranno aperti a Torino.
Il vicesindaco Dealessandri e il presidente Lavolta si sono impegnati a contattare i dirigenti Billa per affrontare la questione e hanno comunicato di volere instaurare un tavolo di concertazione tra sindacati e assessorati comunali al Lavoro, al Commercio e all’Urbanistica. Così da regolamentare in maniera organica l’insediamento dei centri commerciali a Torino.
Al dibattito in Commissione hanno partecipato i consiglieri Antonio Ferrante, Gavino Olmeo, Raffaele Petrarulo e Federica Scanderebech.
Mentre era in corso la Commissione, un gruppo di giovani lavoratori e lavoratrici della Billa ha manifestato davanti a Palazzo Civico.

venerdì 21 maggio 2010

Un circuito di locali amici della poppata

Repubblica — 21 maggio 2010 pagina 1 sezione: TORINO

UN CIRCUITO di bare ristoranti dove la poppata sia ben accetta, dove titolari e clienti non guardino di traverso le mamme che allattano il neonato. Madri spesso costrette a nascondersi in un angolo, a uscire sul marciapiede o a rintanarsi in macchina per placare i bisogni del bambino. Sotto la Mole i casi di donne allontanate in modo più o meno garbato, perché intente ad allattare il bimbo, non sono mancati. AVERE gli occhi del proprietario o del vicino di tavolo che disapprovano la poppata spingono le mamme all' autocensura: meglio stare a casa. Ora, però, i genitori hanno detto basta e rivendicato i loro diritti e quelli del bebè. L' idea di creare un circuito di bar e ristoranti «amici dei bambini» è nata dal basso, da un gruppo di papàe mamme che vorrebbero entrare in un locale senza l' angoscia di dover uscire in fretta o vivere momenti di imbarazzo. Un progetto che si è già trasformato in una mozione, presentata dai consiglieri comunali del Pd Lucia Centillo, presidente della commissione Pari Opportunità, ed Enzo Lavolta, a capo della commissione Commercio di Palazzo Civico. Un' idea sviluppata da un gruppo di designer dell' associazione «Progetto Atelier». «Il latte materno da oltre trent' anni è considerato come una tappa fondamentale dell' evoluzione fisica e psichica dei bambini - sottolinea Carlo Boccazzi, neo padre e presidente di Progetto Atelier- purtroppo, complice il calo demografico e la scarsa abitudine delle persone a confrontarsi con i neonati, in diversi luoghi, ad iniziare dai locali, la poppata viene vissuta con imbarazzo». I designer stanno studiando un logo e un decalogo, che comprenda ad esempio l' obbligo del fasciatoio nel bagno, per affiliare bar e ristoranti che vorranno aderire al circuito «amici dei bambini». Circuito che si potrebbe estendere agli alberghi: fece scalpore un anno fa l' allontanamento di una mamma intenta ad allattare nella hall di un hotel a Madonna di Campiglio. Così come fece discutere la scelta del social network Facebook di cancellare le foto di mamme con il piccolo al seno perché ritenute oscene. «È ora di dare un segnale opposto - dice il consigliere Enzo Lavolta - di sensibilizzare associazioni di categoria e locali. Anche in questo modo si dà una risposta alle esigenze delle giovani coppie e delle mamme torinesi che potranno contare su una rete di bar e ristoranti dove saranno accettate». L' assessore al Commercio, Alessandro Altamura, che dovrà confrontarsi con le associazioni di categoria, ha accolto con favore l' iniziativa. E nascerà un sito dove segnalare le attività che decidono di far parte del circuito. - DIEGO LONGHIN

venerdì 30 aprile 2010

SAGAT - “INOPPORTUNA LA PROPOSTA DI DISTRIBUZIONE STRAORDINARIA DEGLI UTILI.

Dichiarazione di Enzo LAVOLTA e Stefano RUSSO
(Consiglieri comunali PD).
“Giudichiamo inopportuna la richiesta avanzata dai soci privati di Sagat di una distribuzione straordinaria di utili per 6 milioni di euro (in aggiunta ai 4 milioni di utile ordinario) ed auspichiamo che tali risorse possano essere reinvestite in un piano di sviluppo infrastrutturale ed occupazionale:”: con queste parole i consiglieri comunali del PD Enzo LAVOLTA (Presidente Commissione Lavoro ) e Stefano LO RUSSO (Coordinatore Segreteria Regionale PD Piemonte) commentano l’audizione in III Commissione dei vertici della Sagat.
“Solo qualche mese fa ci era stata descritta una situazione preoccupante, tanto da rendere necessario un intervento pubblico di Comune e Regione per fare fronte alle difficoltà di Alitalia e per lo sviluppo del traffico aereo nell’ambito del low cost. Oggi, invece, ci è stata presentata una situazione ben diversa, perfino rosea. Eppure c’è una profonda contraddizione tra la richiesta di una distribuzione straordinaria degli utili e la situazione occupazionale, con 35 dipendenti di Sagat in mobilità e 24 lavoratori di Aviapartner in cassaintegrazione.
La gestione di Sagat si è finora contraddistinta per diversi annunci e pochi risultati concreti, ed è giunto il momento di riflettere su quali vantaggi derivino realmente per il nostro territorio. Non è più procrastinabile l’insediamento della base low cost al cui insediamento dovranno essere indirizzati tutti gli sforzi da parte della società”.

martedì 13 aprile 2010

La Sala Rossa ha commemorato Natale Aimetti

Commemorato dal Consiglio comunale, questo pomeriggio, Natale Aimetti che prese posto tra i banchi del Consiglio comunale di Torino tra il 1964 e il 1970. Morì a settantasette anni, il 6 febbraio del 2005.
Esponente del Partito comunista italiano, dopo l’esperienza amministrativa a Palazzo civico, divenne consigliere provinciale e, successivamente, assessore e sindaco di Beinasco.
Alla presenza di familiari, amici e molti ex consiglieri, Aimetti è stato ricordato dal presidente del Consiglio comunale Beppe Castronovo che ne ha sottolineato il carattere e la determinazione con cui ha condotto l’attività politica: “Non faceva sconti, i suoi giudizi erano forti e severi verso l’operato della pubblica amministrazione”. Ha poi evidenziato come il lavoro e i lavoratori fossero centrali nella sua azione politica rivolta in primo luogo alla classe operaia, considerata “la vera artefice della produzione e delle risorse del Paese”.
Giancarlo Quagliotti “Sapeva da che parte stare e chi rappresentare”, ha invece sottolineato il consigliere Enzo Lavolta (Pd) raccontando come Aimetti sia stato capace di portare in Consiglio comunale la voce degli operai, perché se ne comprendessero le condizioni dentro e fuori dalle fabbriche.
Al vice presidente dell’Associazione ex Consiglieri comunali, Giancarlo Quagliotti, il compito di ripercorrere la biografia di Aimetti e il contesto storico nel quale ha vissuto e ha svolto la sua attività politica.
“Apparteneva alla generazione di coloro che sono cresciuti sotto il fascismo e che hanno combattuto per la libertà. Faceva parte”, ha aggiunto, “di quegli operai colti che hanno svolto l’impegno amministrativo con l’unico obiettivo di ricercare il bene comune”.
Alla commemorazione erano presenti i gonfaloni della Città e della Provincia di Torino e del Comune di Beinasco.

martedì 23 febbraio 2010

Il Comune di Torino per i lavoratori Agile

Il Consiglio comunale di Torino ha approvato lo scorso 22 febbraio all’unanimità (37 voti favorevoli su 37 consiglieri presenti) una mozione per sostenere i lavoratori Agile/Omega che lavorano per conto di Fastweb.
La Città di Torino, attualmente, per la gestione dei servizi di manutenzione del sistema Fonia Dati ha un contratto con l'azienda Fastweb (rinnovato da poco, scadrà nel 2014). Quest’ultima ha affidato totalmente in subappalto la gestione del servizio ad Agile.
Il documento approvato dal Consiglio (primo firmatario: Enzo Lavolta) impegna il Sindaco e la Giunta comunale a compiere qualunque azione utile a garantire il mantenimento dei livelli qualitativi del servizio di manutenzione delle apparecchiature di rete, dati e fonia del Comune di Torino, attraverso l'impiego delle medesime risorse umane di cui si è avvalsa sinora Fastweb.
Manifestazione lavoratori Agile Eutelia Già il 9 novembre del 2009, la Sala Rossa ha approvato all’unanimità un ordine del giorno per promuovere un tavolo di crisi al fine di assicurare ai lavoratori della società Agile - ex Eutelia il pagamento degli stipendi arretrati e garantire loro un futuro lavorativo.

martedì 16 febbraio 2010

Gli enti locali a muso duro contro la Rai

Repubblica — 16 febbraio 2010 pagina 11 sezione: TORINO

«PRONTI a chiudere i rubinetti se la Rai non fornisce rassicurazioni sul futuro delle attività torinesi». Questa volta il messaggio arriva dagli amministratori locali, scesi al fianco dei parlamentari piemontesi per salvaguardare il centro di produzione di via Verdi, il centro ricerche di corso Giambone, l' orchestra e gli uffici di via Cernaia. Ieri i senatori e i deputati eletti in Piemonte hanno siglato un accordo bipartisan in cui si impegnano nel rilancio della Rai a Torino, la cui presenza, si legge nel documento, «rischia di essere sempre più debole e sempre meno incisiva». Alla base dei timori c' è la decisione di spostare da Raitre ai canali tematici programmi come Trebisonda e Melevisione, produzioni di punta del centro torinese. Un trasferimento che, sostengono i sindacati, comporterebbe una drastica riduzione delle risorse a disposizione e perciò metterebbe a rischio circa cento posti di lavoro. A sottoscrivere il documento sono stati i democratici Giorgio Merlo e Stefano Esposito (promotori dell' iniziativa e autori di un' interrogazione rivolta al direttore di Raitre Antonio Di Bella), i parlamentari Mimmo Lucà (Pd) e Osvaldo Napoli (Pdl) ma anche il presidente della commissione lavoro del Comune, Enzo Lavolta, il presidente della Provincia Antonio Saitta, e l' assessore regionale all' Industria, Andrea Bairati. Gli ultimi due hanno usato parole esplicite nei confronti di viale Mazzini: «La Regione - ha detto Bairati - ha fatto investimenti nel polo d' innovazione legato al multimedia, che coinvolge anche il centro ricerche della tivù di stato. Quindi vorremmo maggiore chiarezza sul suo futuro. Se ci fosse la disponibilità di tutti si potrebbe pensare anche a stanziare risorse per il rilancio, però serve l' impegno dell' azienda». Concetto ribadito dallo stesso Saitta: «Siamo disposti a mettere in campo delle azioni per aumentare la presenza Rai nel capoluogo, ma abbiamo bisogno di certezze». - (ste. p.)

DOCUMENTO SOTTOSCRITTO DA PD E PDL PIEMONTESI Un patto bipartisan dei parlamentari ''Mamma Rai non toccare la tv dei bimbi''

«Salvare la Rai di Torino» e' la mission che, da oltre un decennio, i parlamentari piemontesi si danno ciclicamente cercando di contrastare le continue spoliazioni di attivita' in favore dei centri di Roma e di Milano, e di esternizzazioni. L'ultima minaccia e' il trasferimento su satellite delle produzioni per l'infanzia e i ragazzi, «un patrimonio culturale e lavorativo» della sede tv di via Verdi e che il centro di produzione non puo' perdere, pena la sua stessa sopravvivenza visto che e' l'ultimo filone rimastogli (con i programmi giornalistici). Si presenta bipartisan la task force di politici (gli onorevoli Stefano Esposito, Giorgio Merlo, Mimmo Luca' del Pd e Osvaldo Napoli del Pdl) e di amministratori locali (Antonio Saitta della Provincia, Andrea Bairati e Paola Pozzi della Regione, ENZO LAVOLTA e Giulio Cesare Rattazzi del Comune) che ha sottoscritto l'interrogazione alla Commissione di vigilanza per avere l'audizione del direttore di Raitre, Antonio Di Bella, in quanto responsabile della produzione dei programmi per i ragazzi. E' un settore fondamentale - hanno detto - per una buona formazione pedagogica dei bimbi». Rai Torino, nel suo insieme, ha perso dal 45 al 60 percento del personale: in via Verdi (radio-tv) sono rimasti 350 dipendenti, in via Cernaia (amministrazione, finanza, abbonamenti) 400 (e 200 collaboratori); per l'Orchestra Sinfonica Nazionale 130; in corso Giambone (centro ricerche) 60. Lavoratori e sindacati inoltre, non hanno piu' informazioni sulla palazzina che dovrebbe sorgere in corso Giambone (al posto del palazzo di via Cernaia): chiedono un piano sul futuro delle sedi e delle attivita'.
Preoccupati i sindacalisti di base della Rai di Torino, hanno assistito alla conferenza stampa in silenzio, poi alcuni hanno commentato amaramente: «E' bene che le forze politiche si presentino unite - ha affermato Eros Temponi, delle Rsu di via Cernaia -, speriamo, perche' promesse ne abbiamo gia' sentite». «E' necessario attivarsi per difendere le residue trasmissioni prodotte a Torino - ha osservato Marco Berti, delle Rsu -, ma tutte le attivita' della Rai vanno sostenute: dal centro ricerche a quello amministrativo e finanziario: oltre i posti di lavoro c'e' un'economia da salvaguardare sul territorio, specie di fronte alla crisi che incide pesantemente sull'industria».

martedì 9 febbraio 2010

Il Pd propone un patto trasversale per salvare il centro produzioni Rai

Repubblica — 09 febbraio 2010 pagina 4 sezione: TORINO

UN PATTO trasversale per salvare la Rai di Torino, da far sottoscrivere lunedì prossimo ai parlamentari piemontesi di tutti i partiti e agli amministratori locali. La proposta arriva dal Pd e a sostenerla sono i deputati Giorgio Merlo e Stefano Esposito, messi in allarme dall' intenzione della tivù di stato di mandare "in esilio" sul satellite alcuni programmi per ragazzi che oggi sono trasmessi da Raitre e che costituiscono il fiore all' occhiello del centro produzione di via Verdi. Spiega Merlo: «Sappiamo che da anni è in atto un disimpegno costante e inarrestabile della Rai da Torino. Nell' ultimo ventennio il personale della produzione è passato da 900 a 500 dipendenti, quello degli uffici amministrativi di via Cernaia da 1.200 a 500 e quello del centro ricerche di corso Giambone da 140 a 70. Il tutto senza una crisi aziendale da affrontare, ma semplicemente per uno spostamento progressivo delle attività a Roma» . Ora il timore è che alcune risorse vengano trasferite nella sede che viale Mazzini creerà a Rho in occasione dell' Expo milanese: «Sappiamo - dice Esposito - che buona parte degli investimenti futuri dell' azienda saranno catalizzati lì. Rischiamo di perdere le eccellenze e il know how maturato a Torino in tutti questi anni» . Preoccupazioni anche per l' orchestra, in odore di tagli, e per il centro ricerche, che, denuncia Enzo Lavolta, presidente della commissione lavoro in Comune, corre il rischio di essere esternalizzato. E' dei giorni scorsi, infine, la decisione della Rai di mandare su satellite due produzioni torinesi: Melevisionee di Trebisonda, i programmi per ragazzi che vengono realizzati dal Centro di produzione Rai di Torino. A partire dall' autunno prossimo scompariranno da Raitre per traslocare sul satellite. Per i sindacati si tratta di un altro campanello d' allarme: si temono riduzioni sia di budget che di personale: alle due trasmissioni lavorano oltre cinquanta dipendenti più un indotto di attori, tecnici e manovali. La decisione è il frutto di una nuova strategia aziendale. Entro la fine del 2010 tutta Italia avrà il digitale terrestre, quindi servirà maggiore impegno per i canali tematici. Viale Mazzini si riorganizzerà distribuendo le attività così: lo sport al centro di produzione di Milano, la cultura a Napoli, la tivù dei ragazzi a Torino. Quindi all' ombra della mole Mole sbarcheranno due interi canali, RaiGulp e Raisat Yoyo. Una buona notizia per il capoluogo piemontese, un probabile boomerang secondo i sindacati. © RIPRODUZIONE RISERVATA - (ste.p.)

venerdì 5 febbraio 2010

Gruppo Voicity, accordo sulla cassaintegrazione

E’ stato raggiunto il 2 febbraio un accordo tra la Omnia Service Center gruppo Voicity e le organizzazioni sindacali per concedere la cassa integrazione in deroga di 87 dipendenti, tra Torino e Settimo, dell’azienda. Un impegno della durata di quattro mesi a decorrere dal 3 febbraio, con l’intenzione di rinnovarlo fino al 31 dicembre 2010.
Lo si è appreso durante i lavori della Commissione consiliare Lavoro dello scorso 4 febbraio, che ha ascoltato i rappresentanti sindacali del gruppo per comprendere la situazione di difficoltà dell’azienda.
Operatore nel settore dei call center, il gruppo versa in una grave situazione finanziaria: ammontano a circa 100 milioni i debiti, di cui 50 verso l’Inps, 35 verso i creditori e circa 15 verso i circa 300 dipendenti del torinese (uffici di Torino e Settimo). A questi ultimi non sono ancora stati pagati lo stipendio di dicembre 2009 e la tredicesima, e risultano non versate da due anni le quote sui fondi pensionistici scelti dai dipendenti, nonostante siano stati prelevati dalla busta paga.
Il presidente della Commissione Lavoro Enzo Lavolta ha auspicato il continuo monitoraggio sulla vicenda da parte degli Enti locali (Comune e Provincia di Torino e Regione Piemonte) per comprendere - ha detto - quanto è ancora salvabile del gruppo.

venerdì 29 gennaio 2010

Infortuni sul lavoro, la situazione in provincia di Torino

Si conferma la riduzione del numero degli infortuni sul lavoro in Italia, e anche nella provincia di Torino. Il 28 gennaio, nella seduta della Commissione consiliare Lavoro, presieduta da Enzo Lavolta, sono stati presentati gli ultimi dati aggiornati (non ancora “ufficiali”) relativi al 2009. A illustrare la situazione in provincia di Torino, è intervenuto Mirko Maltana, responsabile dell’Inail di Moncalieri.
Nel 2009 gli infortuni denunciati in provincia di Torino sono stati 34.697 (4.345 riguardanti lavoratori stranieri), ovvero quasi 4.000 in meno rispetto all’anno precedente (38.419, di cui 5.369 relativi a stranieri), con una diminuzione del 9,69%. Una percentuale che conferma il trend nazionale dello stesso periodo (–10,6% di infortuni, –12,2% di casi mortali nel 2009 in Italia, in base alle statistiche parziali presentate a novembre 2009). Tra quelli denunciati, gli infortunio accolti con indennizzo da parte dell’Inail sono il 49%.
Negli ultimi due anni, gli infortuni in provincia di Torino nel settore delle costruzioni sono scesi del 13,55%; nel settore metalmeccanico del 35,41%. Gli incidenti stradali in itinere, ovvero relativi agli spostamenti effettuati in occasione di lavoro, sono calati del 15,18%. Numeri in apparenza confortanti, che però andranno valutati insieme alla contrazione dell’attività produttiva e dell’occupazione.
Le cifre fornite dal responsabili Inail in Commissione Lavoro sono relative a “dati di produzione”, non certificabili dal punto di vista scientifico, ma che fanno emergere la tendenza alla diminuzione del numero di infortuni. Rimangono ancora da analizzare i casi in istruttoria (11%). Il rapporto statistico completo sul 2009 verrà pubblicato a giugno.
Al dibattito in Commissione sono intervenuti i consiglieri Enzo Lavolta e Antonio Ferrante.

martedì 19 gennaio 2010

Rai, quali le scelte per il futuro nella nostra città?

Le sedi Rai a Torino, corso Giambone e lo storico palazzo di via Cernaia, che si affaccia proprio di fronte la stazione di Porta Susa, potrebbero perdere alcuni settori per altri luoghi.
Il polo della Rai è una fonte occupazionale rilevante, considerando anche l’indotto sul territorio cittadino. Oltre alle sinergie tecnologiche con altri partner, sia per la ricerca scientifica sia per l’innovazione tecnologica.
Il Consiglio comunale ha approvato la mozione (primo firmatario Enzo Lavolta) che tende a tutelare questa risorsa importante per la città.
Nel 2007, l’azienda aveva formulato un progetto di riassetto logistico delle due sedi. La mancata attuazione di ciò, si chiede nella mozione, corrisponde a una scelta di non investire a Torino?
Impegna, inoltre, l’Amministrazione di mantenere i livelli occupazionali e l’indotto.
Per tutto ciò necessita un tavolo di confronto, per capire le scelte strategiche della Rai, tra l’azienda stessa e i parlamentari piemontesi.
La mozione è stata votata all’unanimità.

venerdì 15 gennaio 2010

La Rai cede all'esterno anche gli abbonamenti

Repubblica — 15 gennaio 2010 pagina 5 sezione: TORINO

SE NE sono andati dalla riunione della commissione comunale lavoro guidata da Enzo Lavolta con una promessa: lunedì la Sala Rossa duscuterà una mozione sulla crisi Rai. I rappresentanti sindacali dei lavoratori di via Cernaia e corso Giambone ieri hanno lanciato il nuovo allarme sul ridimensionamento della presenza in città dell'ente. Vari i motivi. I due milioni di euro stanziati fino all'anno scorso per ampliare la sede di corso Giambone non ci sono più. E nel frattempo una società di consulenza esterna, la Kpmg, è stata incaricata di studiare la possibile cessione di un ramo d'azienda, esternalizzando così alcuni servizi come gli abbonamenti. Un'operazione che riguarderebbe circa 650 dipendenti dei mille lavoratori Rai torinesi. «Gli occupati che a livello nazionale non sono diminuiti, a Torino in questi anni sono scesi del 13 per cento» hanno detto i sindacalisti. - (e.d.b.)

Rai, in pericolo 350 posti di lavoro

La Rai torinese e' forse uno dei luoghi piu' stressanti dove lavorare. Non passa stagione senza un allarme per qualche ridimensionamento di personale o trasferimento di attivita' in altre regioni o, magari, citta' piu' vicine al cuore romano dell'azienda. Ora la preoccupazione si proietta sui dipendenti e le attivita' Ict del centro di ricerca di corso Giambone, l'ufficio abbonamenti e la sezione amministrazione e finanza di via Cernaia. Malcontati, sono complessivamente 350 posti di lavoro (tutta la Rai torinese da' lavoro a un migliaio di persone) e un bilancio milionario per l'Ict con ricadute importanti per il territorio come, ad asempio, il denaro che fa transitare sulle banche piemontesi la gestione dei 16 milioni di abbonati italiani, quelli che in questi giorni vediamo in tv ricevere in casa Pippo Baudo o Simona Ventura che li invitano a rinnovare il contratto di fedelta' a Mamma Rai. I rappresentanti sindacali della Rai di corso Giambone e via Cernaia (il centro di produzione e l'orchestra hanno proprie rsu) si sono presentati davanti alla Commissione Lavoro del Comune, quella presieduta da ENZO LAVOLTA (Pd), per denunciare che l'azienda, oltre a latitare rispetto a impegni presi ormai da un paio d'anni con il Comune stesso, ha incaricato la «Kpmg», societa' specializzata in riorganizzazioni aziendali, di studiare la possibilita' di esternalizzare appunto le attivita' Ict, abbonamenti e amministrazione e finanza. «Esternalizzare significa una sola cosa, la cessione di quei rami d'azienda da parte della Rai» hanno denunciato i sindacalisti Eros Temponi, Giovanni Tessuto, Mario Rossello, Pietro Bonelli e Paola Ghio. Ma perche' rivolgersi a Palazzo Civico? «Perche' abbiamo chiesto al direttore generale, Masi, di riceverci per chiarire le intenzioni dell'azienda, ma nessuno fino ad oggi ci ha risposto. Le ricadute sul territorio, e quindi sulla citta', di ogni ridimensionamento dell'azienda, sono pesanti. Chiediamo al Comune di appoggiare la nostra battaglia». Detto e fatto, una mozione con la quale il consiglio comunale chiede alla Rai di aprire «un tavolo per discutere le prospettive della Rai torinese» e' stato presentato dallo stesso LAVOLTA, da Monica Cerutti (Sinistra e liberta'), Salvatore Cutuli e Domenica Genisio del Pd, ai quali si sono immediatamente accodati Petrarulo dell'Idv, Ferrante di Rifondazione e, soprattutto, il leghista Mario Carossa: «Concordo in toto con la proposta di convocare la dirigenza Rai per conoscere i piani dell'azienda. Dobbiamo evitare che Torino venga penalizzata». Un concetto bipartisan, condiviso anche da Monica Cerutti e Petrarulo. Il presidente LAVOLTA ha cosi' dato disposizioni affinche' la mozione venga gia' discussa oggi dalla conferenza dei capigruppo, la qual cosa permettera' di portare il documento lunedi' in Sala Rossa per il dibattito e, visto lo schieramento che lo sostiene, l'approvazione.