venerdì 29 gennaio 2010

Infortuni sul lavoro, la situazione in provincia di Torino

Si conferma la riduzione del numero degli infortuni sul lavoro in Italia, e anche nella provincia di Torino. Il 28 gennaio, nella seduta della Commissione consiliare Lavoro, presieduta da Enzo Lavolta, sono stati presentati gli ultimi dati aggiornati (non ancora “ufficiali”) relativi al 2009. A illustrare la situazione in provincia di Torino, è intervenuto Mirko Maltana, responsabile dell’Inail di Moncalieri.
Nel 2009 gli infortuni denunciati in provincia di Torino sono stati 34.697 (4.345 riguardanti lavoratori stranieri), ovvero quasi 4.000 in meno rispetto all’anno precedente (38.419, di cui 5.369 relativi a stranieri), con una diminuzione del 9,69%. Una percentuale che conferma il trend nazionale dello stesso periodo (–10,6% di infortuni, –12,2% di casi mortali nel 2009 in Italia, in base alle statistiche parziali presentate a novembre 2009). Tra quelli denunciati, gli infortunio accolti con indennizzo da parte dell’Inail sono il 49%.
Negli ultimi due anni, gli infortuni in provincia di Torino nel settore delle costruzioni sono scesi del 13,55%; nel settore metalmeccanico del 35,41%. Gli incidenti stradali in itinere, ovvero relativi agli spostamenti effettuati in occasione di lavoro, sono calati del 15,18%. Numeri in apparenza confortanti, che però andranno valutati insieme alla contrazione dell’attività produttiva e dell’occupazione.
Le cifre fornite dal responsabili Inail in Commissione Lavoro sono relative a “dati di produzione”, non certificabili dal punto di vista scientifico, ma che fanno emergere la tendenza alla diminuzione del numero di infortuni. Rimangono ancora da analizzare i casi in istruttoria (11%). Il rapporto statistico completo sul 2009 verrà pubblicato a giugno.
Al dibattito in Commissione sono intervenuti i consiglieri Enzo Lavolta e Antonio Ferrante.

martedì 19 gennaio 2010

Rai, quali le scelte per il futuro nella nostra città?

Le sedi Rai a Torino, corso Giambone e lo storico palazzo di via Cernaia, che si affaccia proprio di fronte la stazione di Porta Susa, potrebbero perdere alcuni settori per altri luoghi.
Il polo della Rai è una fonte occupazionale rilevante, considerando anche l’indotto sul territorio cittadino. Oltre alle sinergie tecnologiche con altri partner, sia per la ricerca scientifica sia per l’innovazione tecnologica.
Il Consiglio comunale ha approvato la mozione (primo firmatario Enzo Lavolta) che tende a tutelare questa risorsa importante per la città.
Nel 2007, l’azienda aveva formulato un progetto di riassetto logistico delle due sedi. La mancata attuazione di ciò, si chiede nella mozione, corrisponde a una scelta di non investire a Torino?
Impegna, inoltre, l’Amministrazione di mantenere i livelli occupazionali e l’indotto.
Per tutto ciò necessita un tavolo di confronto, per capire le scelte strategiche della Rai, tra l’azienda stessa e i parlamentari piemontesi.
La mozione è stata votata all’unanimità.

venerdì 15 gennaio 2010

La Rai cede all'esterno anche gli abbonamenti

Repubblica — 15 gennaio 2010 pagina 5 sezione: TORINO

SE NE sono andati dalla riunione della commissione comunale lavoro guidata da Enzo Lavolta con una promessa: lunedì la Sala Rossa duscuterà una mozione sulla crisi Rai. I rappresentanti sindacali dei lavoratori di via Cernaia e corso Giambone ieri hanno lanciato il nuovo allarme sul ridimensionamento della presenza in città dell'ente. Vari i motivi. I due milioni di euro stanziati fino all'anno scorso per ampliare la sede di corso Giambone non ci sono più. E nel frattempo una società di consulenza esterna, la Kpmg, è stata incaricata di studiare la possibile cessione di un ramo d'azienda, esternalizzando così alcuni servizi come gli abbonamenti. Un'operazione che riguarderebbe circa 650 dipendenti dei mille lavoratori Rai torinesi. «Gli occupati che a livello nazionale non sono diminuiti, a Torino in questi anni sono scesi del 13 per cento» hanno detto i sindacalisti. - (e.d.b.)

Rai, in pericolo 350 posti di lavoro

La Rai torinese e' forse uno dei luoghi piu' stressanti dove lavorare. Non passa stagione senza un allarme per qualche ridimensionamento di personale o trasferimento di attivita' in altre regioni o, magari, citta' piu' vicine al cuore romano dell'azienda. Ora la preoccupazione si proietta sui dipendenti e le attivita' Ict del centro di ricerca di corso Giambone, l'ufficio abbonamenti e la sezione amministrazione e finanza di via Cernaia. Malcontati, sono complessivamente 350 posti di lavoro (tutta la Rai torinese da' lavoro a un migliaio di persone) e un bilancio milionario per l'Ict con ricadute importanti per il territorio come, ad asempio, il denaro che fa transitare sulle banche piemontesi la gestione dei 16 milioni di abbonati italiani, quelli che in questi giorni vediamo in tv ricevere in casa Pippo Baudo o Simona Ventura che li invitano a rinnovare il contratto di fedelta' a Mamma Rai. I rappresentanti sindacali della Rai di corso Giambone e via Cernaia (il centro di produzione e l'orchestra hanno proprie rsu) si sono presentati davanti alla Commissione Lavoro del Comune, quella presieduta da ENZO LAVOLTA (Pd), per denunciare che l'azienda, oltre a latitare rispetto a impegni presi ormai da un paio d'anni con il Comune stesso, ha incaricato la «Kpmg», societa' specializzata in riorganizzazioni aziendali, di studiare la possibilita' di esternalizzare appunto le attivita' Ict, abbonamenti e amministrazione e finanza. «Esternalizzare significa una sola cosa, la cessione di quei rami d'azienda da parte della Rai» hanno denunciato i sindacalisti Eros Temponi, Giovanni Tessuto, Mario Rossello, Pietro Bonelli e Paola Ghio. Ma perche' rivolgersi a Palazzo Civico? «Perche' abbiamo chiesto al direttore generale, Masi, di riceverci per chiarire le intenzioni dell'azienda, ma nessuno fino ad oggi ci ha risposto. Le ricadute sul territorio, e quindi sulla citta', di ogni ridimensionamento dell'azienda, sono pesanti. Chiediamo al Comune di appoggiare la nostra battaglia». Detto e fatto, una mozione con la quale il consiglio comunale chiede alla Rai di aprire «un tavolo per discutere le prospettive della Rai torinese» e' stato presentato dallo stesso LAVOLTA, da Monica Cerutti (Sinistra e liberta'), Salvatore Cutuli e Domenica Genisio del Pd, ai quali si sono immediatamente accodati Petrarulo dell'Idv, Ferrante di Rifondazione e, soprattutto, il leghista Mario Carossa: «Concordo in toto con la proposta di convocare la dirigenza Rai per conoscere i piani dell'azienda. Dobbiamo evitare che Torino venga penalizzata». Un concetto bipartisan, condiviso anche da Monica Cerutti e Petrarulo. Il presidente LAVOLTA ha cosi' dato disposizioni affinche' la mozione venga gia' discussa oggi dalla conferenza dei capigruppo, la qual cosa permettera' di portare il documento lunedi' in Sala Rossa per il dibattito e, visto lo schieramento che lo sostiene, l'approvazione.